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L’Ipogeo dei Vimini è ora interamente patrimonio della Fondazione Archeologica Canosina

Questa mattina la FAC ha ricevuto in donazione dagli Eredi Antonio Lenoci il restante 50% dell’Ipogeo dei Vimini, congiungendolo alla quota già di sua proprietà: da oggi, questo straordinario sito costituito da una tomba a camera del IV-III secolo a.C. e situato al di sotto di un condominio, nelle vicinanze dell’Ipogeo Scocchera B, è finalmente riunificato sotto un’unica titolarità, quella della FAC.

Un po’ di storia del sito:

Scoperto il 21 marzo 1980 durante i lavori di trivellazione per la costruzione dell’edificio, è composto da due celle: in una furono scoperti uno scheletro e ossa animali, che lasciano pensare a un sacrificio. Nell’altra, quello che restava di un corpo cremato. L’ipogeo restituì un corredo funerario di eccezionale interesse per l’archeologia dauna e per la storia dei rituali sepolcrali.

La sorpresa fu enorme: accanto a vasi e oggetti tradizionali, emersero elementi di materiale deperibile perfettamente conservati, come il cuoio e soprattutto il vimini, rimasto intatto grazie alla chiusura ermetica della tomba con l’argilla.

In particolare, una splendida treccia di vimini (da cui il nome del sito), adagiata su un’olla daunia, colpì per il suo stato di conservazione: “Sapientemente intrecciati e, meraviglia, intatti, i vimini hanno forma circolare, diametro 9-10 cm e sembrano dei sottobicchieri moderni.”

Nel 2021, una sua parte, era entrata a far parte del patrimonio della Fondazione Archeologica Canosina grazie alla donazione dei fratelli Gerardo e Domenico Lenoci, comproprietari dell’area di ritrovamento. Sin da subito, la FAC ha avviato un progetto di valorizzazione per permettere la fruizione del sito.

Un percorso che, oggi, si completa di un importante risultato: questo luogo che custodisce non solo reperti, ma memoria, identità, stupore torna a vivere come bene unitario, sotto la tutela della Fondazione, pronto a essere valorizzato e raccontato alle generazioni presenti e future.

Il nostro più sentito ringraziamento va alla famiglia Lenoci, per l’atto di generosità e sensibilità con cui ha restituito questo pezzo di Canosa alla sua comunità.

L’archeologia non è solo passato: è futuro, progetto, visione.

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