In età romana l’arteria stradale più importante per la città di Canosa era la via Traiana, definitivamente sistemata e dichiarata pubblica dall’imperatore che le dette il nome.
Da Benevento, abbandonando il vecchio percorso attraverso Venosa-Taranto-Brindisi, fu costruita una nuova strada che, utilizzando vecchi percorsi, si rendeva più comoda ed agevole, sfruttando zone pianeggianti e più vicine al mare, evitando deviazioni e cime troppo irte.
Questa venne lastricata e provvista di ponti e pietre miliari che indicavano la distanza progressiva, in miglia, dal punto di partenza.
La via designata nell’itinerario Antonino, nel III sec. d.C., tra le due estremità, Beneventum e Brundisium, presenta dieci fermate intermedie e le tappe più lunghe sono rispettivamente di 26 o 23 miglia nel tratto Herdonia-Canusium-Rubos, secondo le rilevazioni dei vari storici.
La via traiana presenta un tratto montano attraverso gli Appennini(Beneventum-Aecae) di circa 40miglia, uno pianeggiante (Aecae-Herdonia-Canusium-Rubos-Butuntum-Barium) di 91-92 miglia ed un tratto lungo la costa adriatica(Barium-Brundisium) di 76 miglia.
La via traiana, passando sul fiume Ofanto, per mezzo del ponte, forse costruito dallo stesso Traiano , conservatosi nel tempo e attualmente visitabile e percorribile, entra nella città di Canosa attraverso l’arco onorario, con presenze monumentali lungo il suo corso stradale(Mausoelo Bagnoli, Mausoleo Barbarossa, Torre Casieri), seguendo poi un ipotetico percorso settentrionale, che costeggiava l’andamento delle mura della città ed uscendo dopo il canale di Lamapopoli per poi dirigersi verso Corato e Ruvo (via vecchia di Canosa-Corato ora SP30).
La via traiana e le sue diramazioni contribuirono allo sviluppo di Canosa, che divenne uno dei centri commerciali più importanti della Puglia, primeggiando nell’industria della lana, nella coltivazione della vigna ed il commercio vinicolo. I prodotti raggiungevano ogni parte dell’Impero Romano anche grazie al suo emporio marittimo presso Bardulos (Barletta).